La Svizzera è da tempo sinonimo di cioccolato di qualità, un’eredità attenta tramandata generazione dopo generazione dal XIX secolo. Questo piccolo paese alpino è stato il pioniere dell’industria del cioccolato, grazie a figure emblematiche come Daniel Peter e Rudolphe Lindt, che hanno rispettivamente inventato il cioccolato al latte e il processo di concaggio (che dona una consistenza liscia al cioccolato). Oggi, il cioccolato svizzero è rinomato in tutto il mondo per la sua qualità eccezionale e la sua raffinatezza. Tre grandi marche dominano il mercato locale: Lindt, Toblerone e Nestlé. La prima, Lindt, è particolarmente famosa per il suo cioccolato al latte cremoso e i suoi cioccolatini. Fondata nel 1845, Lindt & Sprüngli produce ogni anno quasi 140.000 tonnellate di cioccolato, esportate in più di 120 paesi. Toblerone è un’altra icona svizzera, con la sua forma triangolare unica ispirata al Cervino, una delle vette emblematiche della Svizzera. Ogni anno vengono prodotte milioni di barrette di Toblerone per soddisfare la domanda mondiale. Nestlé, sebbene nota per una varietà di prodotti alimentari, ha anche un posto di rilievo nel settore del cioccolato, con marchi emblematici come Cailler e KitKat. La produzione annua di cioccolato di Nestlé si avvicina alle 98.000 tonnellate. Oltre a queste aziende, la Svizzera ospita molte piccole cioccolaterie artigianali che perpetuano la tradizione con prodotti di alto livello. Inoltre, l’industria del cioccolato svizzera contribuisce in modo significativo all’economia nazionale, con un fatturato annuo che si avvicina ai 1,79 miliardi di franchi svizzeri. La Svizzera, in sintesi, non si è semplicemente adagiata sugli allori, ma continua ad innovare pur preservando la qualità e l’autenticità del suo leggendario cioccolato.
Sebbene la Costa d’Avorio non sia riconosciuta come la Svizzera per la produzione diretta di cioccolato, svolge un ruolo indispensabile nell’approvvigionamento mondiale della materia prima. Primo produttore di cacao al mondo, questo paese dell’Africa occidentale fornisce circa il 40% del cacao utilizzato nella produzione del cioccolato. L’industria del cacao è un pilastro dell’economia ivoriana. Nel 2020, la produzione annua di cacao ha raggiunto un volume impressionante di 2,15 milioni di tonnellate. Questo settore rappresenta circa il 15% del prodotto interno lordo (PIL) del paese e costituisce una fonte di sussistenza per oltre cinque milioni di ivoriani. Il ciclo di produzione del cacao in Costa d’Avorio si basa principalmente su piccole aziende familiari che vanno da uno a tre ettari. Questi piccoli produttori usano ancora metodi tradizionali, il che rende la produzione di cacao particolarmente laboriosa e sensibile alle intemperie. Tuttavia, sono in corso sforzi per modernizzare le piantagioni e migliorare le tecniche agricole al fine di aumentare la produttività e la sostenibilità. L’impatto economico del cacao in Costa d’Avorio è innegabile, ma il settore affronta numerose sfide. In particolare, le fluttuazioni dei prezzi mondiali, le condizioni di lavoro spesso precarie e i problemi di deforestazione legati all’espansione delle piantagioni. Nonostante ciò, iniziative come il programma Cacao Horizon cercano di promuovere una coltivazione del cacao più sostenibile ed etica. Per gli industriali del cioccolato, la Costa d’Avorio rappresenta un anello vitale della catena produttiva. Giganti come Barry Callebaut e Cargill possiedono impianti di trasformazione nel paese, contribuendo così all’economia locale. Inoltre, il governo ivoriano ha implementato politiche volte a incoraggiare la trasformazione del cacao in loco per creare maggior valore economico.
Negli Stati Uniti, il cioccolato è più di un semplice dolce, è una vera e propria industria che ha continuato a crescere e ad innovare. Sebbene il paese non sia un grande produttore di cacao, è tra i maggiori consumatori e possiede aziende di rilevanza nel settore del cioccolato. Hershey’s, Mars e Ghirardelli sono tre dei marchi più influenti nel mercato americano. Hershey’s, fondata nel 1894, è senza dubbio la più famosa e produce circa 450.000 tonnellate di cioccolato all’anno. L’azienda è nota per le sue barrette di cioccolato, ma anche per le sue innovazioni come i Hershey’s Kisses e le Reese’s Peanut Butter Cups. Mars Inc., un altro colosso del settore, possiede marchi conosciuti mondialmente come M&M’s, Snickers e Dove. Mars si distingue per il suo impegno verso la sostenibilità con iniziative volte a rendere tutta la sua catena di approvvigionamento di cacao più responsabile entro il 2025. La produzione annua di cioccolato di Mars supera le 410.000 tonnellate, rendendo l’azienda uno dei maggiori produttori di cioccolato al mondo. La California ospita Ghirardelli, un marchio sinonimo di cioccolato di lusso negli Stati Uniti. Fondata nel 1852, Ghirardelli continua ad innovare in termini di sapori e consistenze, assicurandosi al contempo la qualità delle sue materie prime. La produzione annua di Ghirardelli si avvicina alle 30.000 tonnellate, cifra modesta rispetto ai giganti, ma il marchio si distingue per i suoi prodotti artiginali e di alta qualità. In termini di innovazione, gli Stati Uniti non sono mai rimasti indietro. Ricercatori e imprenditori sperimentano costantemente nuovi metodi di produzione, imballaggi più ecologici e forme di cioccolato inedite. Ad esempio, aziende come Beyond Good si concentrano sulla produzione di cioccolato che rispetta criteri etici e sostenibili, dalla coltivazione del cacao alla commercializzazione del prodotto finito. Il mercato del cioccolato americano avrebbe un valore di circa 18 miliardi di dollari, con una previsione di crescita continua. I consumatori sono sempre più consapevoli ed esigenti, spingendo le aziende ad innovare e a migliorare costantemente la qualità dei loro prodotti. In sintesi, gli Stati Uniti incarnano il perfetto matrimonio tra consumo massiccio e innovazione continua nell’industria del cioccolato.